Come nasce un amore

Cuore teatro

Come si fa a risalire al momento preciso in cui nasce un sogno? Forse non si può, perché un sogno nasce piccolo piccolo e cresce piano, dapprima cova nascosto e tu non te ne accorgi, anche se è già lì.

Però si può ricordare il momento in cui un sogno si trasforma in amore, nella passione di una vita. Io mi ricordo l’istante in cui ho capito che amavo il teatro. Quel bellissimo e disgraziato momento in cui ho capito che avrei voluto fare l’attrice (sì, perché è bello, ma a volte non è per niente facile).

 

Sono passati quasi dieci anni, eppure me lo ricordo ancora.

 

Il mio amore per il teatro non è nato come un colpo di fulmine. Avevo iniziato semplicemente per curiosità, e nemmeno ad un corso serio, ma al laboratorio della scuola. Il primo anno mi ero divertita e avevo superato un po’ della mia timidezza, ma non avevo nessuna ambizione di fare l’attrice.

Il secondo anno mi sono iscritta di nuovo, ma ancora non sospettavo che l’amore sarebbe esploso. Ero entusiasta alla prospettiva di un altro spettacolo e aspettavo con ansia che ricominciasse il laboratorio teatrale. Il giorno della prima riunione del gruppo di teatro era segnato sul mio diario con una grande scritta in mille colori.

 

Già dai primi incontri, il mio entusiasmo cresceva sempre di più e mi ritrovavo a pensare al teatro mentre viaggiavo in autobus, mentre camminavo per strada o mentre facevo le pulizie.

Quest’ultima cosa me la ricordo distintamente, perché è proprio mentre spazzavo il corridoio che mi è arrivata l’illuminazione. Una location alquanto prosaica per un’epifania di una tale importanza, è vero… però il momento non l’ho scelto io. È capitato, punto.

 

Dapprima, mi è venuta un’idea che mi è subito parsa ovvia. Perché non ci avevo pensato prima? Era un’associazione completamente semplice: mi piaceva il teatro, mi piacevano i cartoni animati, perché non potevo fare la doppiatrice?

La mia rovina è stata lì. Se ora sono a Milano, ho fatto un corso al CTA e ho incominciato a stressare i vari direttori del doppiaggio, la colpa è della me sedicenne che ha avuto questa brillante idea, un pomeriggio di novembre, mentre spazzava il corridoio.

E io, quando sono convinta di un’idea, non me la tolgo più dalla testa.

 

Certo, non ho deciso in quel momento che quello sarebbe stato il mio futuro. Ho iniziato a rifletterci e a rimuginarci, facendomi domande e chiedendomi se fosse effettivamente una buona idea.

La risposta è stata che no, non era una buona idea (e tuttora ne sono convinta) ma che era quello che mi sarebbe piaciuto fare. Era quello che amavo. Quello che mi faceva brillare gli occhi quando ne parlavo.

Da quel momento, ho deciso che mi sarei impegnata nel teatro della scuola. Mi sarei impegnata molto, per imparare tutto quello che potevo e diventare abbastanza brava da farne un lavoro.

 

Spesso mi chiedono come mai abbia scelto questa passione o mi dicono che ho scelto una strada difficile.

Ma la verità è che io non ho scelto proprio un bel niente, è stata la strada che ha scelto me. Se avete letto Harry Potter, vi ricorderete come funziona con le bacchette magiche: sono loro che scelgono a quale mago appartenere, non il contrario. Ecco, credo che per le nostre passioni funzioni esattamente nello stesso modo.

La mia passione per il teatro era lì, è nata da sola e io non ho potuto fare niente per mandarla via. La decisione che ho dovuto prendere è stata se seguire o meno la strada che mi aveva scelto. E, vi giuro, ho cercato di non seguirla e di trovarmi un lavoro normale.

Però alla fine non ce l’ho fatta. Ho capito che ero infelice e che, impedendomi di seguire il mio desiderio, mi stavo facendo del male da sola.

 

Di motivi per amare il teatro ce ne sono a migliaia e Micaela in questo blog non perde occasione di parlarvene, però io devo dire che sono sempre stata in difficoltà davanti alla domanda: perché ti piace il teatro?

Certo, c’è il fatto di potersi immedesimare in qualcun altro, di lavorare con le emozioni, di vivere la magia di uno spettacolo dal vivo, di conoscere persone meravigliose… però allo stesso tempo c’è anche qualcos’altro che non riesco a definire. E non vorrei usare parole altisonanti senza cognizione di causa, però credo che sia proprio amore.

 

Quel pomeriggio di metà novembre di quasi dieci anni fa, credo sia nato un amore.

Un amore che ha avuto delle difficoltà e ne sta avendo ancora, ma che io tento di seguire. Non sono una professionista e non sono nemmeno così esperta, ma sto facendo del mio meglio, sto imparando a buttarmi e anche ad avere un po’ di faccia tosta. Forse questo potrebbe essere l’anno in cui finalmente inizierò a fare qualche lavoro serio… chissà, sarebbe un bel regalo per il decimo anniversario!

Elisa Elena Carollo

2 risposte a "Come nasce un amore"

  1. Cara Elisa, dal tuo post emerge tutto quello che dovrebbe muovere una passione. E non è sbagliata la parola che usi, amore, perché si tratta proprio di quello. Anch’io ho avuto un lungo periodo della mia vita in cui non scrivevo più nulla, per oggettiva mancanza di tempo o stress da lavoro, ma ero infelice, triste e vuota. Poi la scrittura è rifiorita e l’amore è riesploso, e ora va a mille. La stessa cosa accadrà per te, coltiva sempre la tua passione, giorno dopo giorno, con cose piccole e grandi, e vedrai che quando meno te lo aspetti le soddisfazioni arriveranno… e saranno ancora più belle per quello!

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